MOTUS
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Dimmi dove ti nascondi
Oggi, nell’era dell’immediatezza e della comunicazione globale, tutti i disastri si affastellano l’uno sull’altro nei salotti delle nostre case e creano una inquietante sensazione di precarietà e minaccia globale.In cinese, la parola “crisi” si scrive mettendo insieme l’ideogramma che significa “pericolo” con quello che indica “opportunità”. I disastri rappresentano in effetti un evento terribile, drammatico, ma anche, paradossalmente, l’occasione per imparare da eventuali errori in modo da non ripeterli in futuro. Affinché questo sia possibile occorre anche costruire una sorta di “memoria delle crisi”.Per quanto tempo una catastrofe rimane viva nell’immaginario collettivo? In che misura e come può modificare credenze, abitudini, rapporti sociali, stili di vita? Quando si vivono esperienze così estreme come quelle di una catastrofe di vaste proporzioni, si squarcia all’improvviso il velo di protezione che ci salva normalmente dal pensare troppo spesso alla precarietà e alla finitezza umana; tutti i punti di riferimento vacillano e le sicurezze crollano come i palazzi di via XX Settembre all’Aquila. Di fronte alle catastrofi, al di là degli errori e delle negligenze umane, resta una parte che sfugge alle nostre possibilità di controllo, una parte di imprevisto e di contingenza, che ci pone davanti alla nostra vulnerabilità e che ridimensiona le idee di onnipotenza e di totale prevedibilità.
Coreografia | Simona Cieri |
Soggetto | Rosanna Cieri |
Musiche | autori vari |
Consulenza musicale | Greta Sartarelli |
Costumi | Marco Caboni |
Danzatori | Veronica Abate, Martina Agricoli, Andrè Alma, Maurizio Cannalire, Simona Gori |
Regia | Rosanna e Simona Cieri |
Dimmi dove ti nascondi è prodotto con il sostegno di Regione Toscana e Comune di Siena
Foto: Carlo Pennatini